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Storia Della Antica Apicoltura Gallurese

Storia dell'Antica Apicoltura Gallurese

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La storia della Antica Apicoltura Gallurese inizia nell’anno 1981 quando il Dottor Porcu Pietro Paolo medico condotto presso il paesino di Berchiddeddu frazione di Olbia riceve in regalo da un suo paziente Bazzu Domenico noto Minninnu una famiglia di api. Il lavoro portato a termine in breve periodo da questi laboriosi insetti lo impressionò talmente che in breve le famiglie divennero molto più numerose. Importante per questo sviluppo fu l’amicizia con il signor Antonio Maludrottu che già da tempo praticava sia con le arnie che con i bugni rustici l’apicultura. Unendo le conoscenze di entrambi si è riusciti senza perdite anzi incrementando il numero degli alveari a superare il periodo dell’arrivo della varroa in Sardegna avvenuto  intorno al 1982-1983.Sempre in questo periodo l'azienda ha deciso di utilizzare come  proprio logo la chiesetta campestre di S.Tommaso di cui sotto viene riportata la storia con le foto.Da allora tale scelta determinerà nei consumatori l'abitudine ad identificare il nostro prodotto come il miele della chiesetta. Negli ultimi anni si è deciso di aggiungere all'immagine della chiesetta una frase latina che era solito pronunciare il Dott. Giuseppe Porcu medico veterinario padre del fondatore dell'azienda. Egli infatti nato nel 1899 era un notissimo allevatore di cavalli da corsa ed era solito affermare che in una gara venivano ricordati solo i nomi dei vincitori, pertanto se partecipavi a una competizione era importante vincerla, lui uomo di grande cultura classica soleva dire"semper prima tene" (sii sempre primo). Negli anni sono poi cresciuti i tre figli Giuseppe, Roberta e Davide che durante il tempo libero dallo studio hanno sempre con impegno aiutato il babbo Pietro Paolo e la mamma Maria nella conduzione dell’azienda. Ora l’azienda è una Snc di cui Giuseppe e Roberta sono i titolari. L’Antica Apicultura Gallurese ha la fortuna di detenere i propri apiari sulle colline circostanti Berchiddeddu. Un territorio aspro totalmente privo di qualsiasi forma di agricoltura intensiva, privo di fabbriche e di strade fortemente trafficate. In verità si tratta di una zona dove la presenza umana è molto rara ed ha portato solamente minimi cambiamenti a quella che è la natura incontaminata del territorio. È sfruttando una situazione ambientale cosi favorevole che la nostra ditta può produrre dei mieli pregiatissimi totalmente privi di qualsiasi forma di contaminante come residui di trattamenti agricoli, metalli pesanti provenienti dal traffico stradale e qualsiasi altra forma di inquinamento chimico presente spesso negli altri territori maggiormente antropizzati. La vegetazione presente nel territorio di Berchiddeddu consente di produrre mieli monoflora di Lavanda, Cardo, Corbezzolo ed un pregiatissimo Millefiori. In alcune annate particolari e stato possibile raccogliere miele di Erica e di Asfodelo. Grazie alla riscoperta degli antichi procedimenti è stato poi possibile iniziare a produrre nuovamente l’abbamele un alimento che trova le sue origini nella cultura della nostra Isola.

 

 

 

 

Storia della Chiesa di S.Tommaso

 

 

Subito dopo le ultime case di Trainu Moltu, una ripida stradetta porta alla piccola chiesa di San Tommaso (Santu Tummeu), situata a mezza costa del monte Salvanori ecircondata da grandi olivastri e quercie in un ambiente incontaminato. Esistevain cima al monte un castello medioevale a protezione di un borgo ancora esistente in epoca aragonese.La chiesa di San Tommaso che risale al 500-600 era la parrochiale di questo borgo. La facciata ha la porta rettangolare, architrave senza iscrizione ne ornamenti . Sopra l'architrave vi è un rosone, detto di Santa Caterina, del diametro di metri 0,80. con motivi floreali stilizzati che formano una croce greca. L'interno della chiesa misura metri 13,5 per 10,08, è composta da tre navate separate da archi a tuttosesto e sostenute da grossi pilastri. Il tetto a due acque è sorretto da tronchi di ginepro; nei tre altari sono esposti alla venerazione dei fedeli oltre al patrono, San Narciso (Santu Narzisu)e l'angelo custode (l'Agnulu di la gualdia).Questa chiesa godeva del diritto d'asilo, il privilegio cioè di conferire immunità ai ricercati dalla giustizia che si fossero rifugiati dentro le sue mura.( Il diritto d'asilo era in uso presso gli ebrei, i greci e i romani, durò per tutto il medioevo, e vigeva ancora nel 600 negli stati della corona di Spagna. Questo privilegio durò fino al 1870 nello Stato Pontificio).Sulla piazza della chiesa si erge maestoso un leccio secolare con la circonferenza del tronco di metri 3,4. Verso il piano a qualche centinaio di metri dalla chieseta, sorge un cumulo di pietre: secondo la tradizione orale sono i ruderi di una chiesa eretta in onore di Santa Giusta, vergine e martire di Sardegna. La festa di San Tommaso si celebra ogni anno la terza domenica di maggio e fa giungere a Berchiddeddu numerosi fedeli. Un tempo, la tradizionale festa di san Tommaso veniva organizzata dagli abitanti di Berchiddedu e delle piccole frazioni vicine: Sa Castanza, Su carru, Su Trainu Moltu, Sos Coddos, Pedru Gaias, Sa Pineta e infine Mamusi che dista da Berchiddeddu 10 km; adesso sono solo gli abitanti di queste frazioni che si occupano della sua organizzazione. La festa dura tre giorni e inizia il sabato sera con l'arrivo a Berchiddeddu, provenienti dalle frazioni vicine, delle bandiere. Queste vengono benedette dal parroco nella chiesa parrocchiale si fa quindi il giro della chiesa di Berchiddeddu per tre volte di seguito e poi si parte alla volta della chiesa di san Tommaso. Un tempo si soleva fare il giro della chiesa con i cavalli, ora invece con le moto. Un altro aspetto che caratterizza la festa è l'ormai tradizionale pranzo a base di pecora e vitello/a bollita offerto a tutti i partecipanti. I festeggiamenti durano in tutto tre giorni e si concludono il lunedì sera con il rientro delle bandiere nella chiesa di Berchiddeddu, dove si continua a festeggiare per tutta la notte.
Ultimo aggiornamento ( Lunedì 13 Settembre 2010 17:33 )
 


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